08.06.2019

Mostra

SURROGATI. UN AMORE IDEALE

OSSERVATORIO FONDAZIONE PRADA

h 11.00 – 20.00

Attraverso una selezione di 42 opere fotografiche di Jamie Diamond (Brooklyn, USA, 1983) ed Elena Dorfman (Boston, USA, 1965), il progetto esplora i concetti di amore familiare, romantico ed erotico.

Entrambe le artiste scelgono un aspetto specifico e insolito di questo tema universale: il legame emozionale tra un uomo o una donna e una rappresentazione artificiale dell’essere umano. Come spiega Melissa Harris, “i lavori di Diamond e Dorfman presentati in occasione di ‘Surrogati’ documentano in modo vivido e senza pregiudizi le interazioni tra gli uomini e i loro compagni inanimati ma realistici”. Nelle serie Forever Mothers (2012-2018) e Nine Months of Reborning (2014), Jamie Diamond ritrae la vita di una comunità outsider di artiste autodidatte chiamate Reborners, che realizzano e collezionano bambole iperrealistiche con cui interagiscono per soddisfare il proprio desiderio di maternità. Come ha dichiarato Jamie Diamond, “lavorare con questa comunità mi ha permesso di esplorare quella zona grigia tra realtà e artificio, dove si costruiscono relazioni con oggetti inanimati, tra uomo e bambola, artista e opera, misterioso e reale”. In un altro progetto presentato in mostra dal titolo I Promise to be a Good Mother (2007-2012), Diamond impersona la madre perfetta, indossando gli abiti di sua madre e interagendo con Annabelle, una bambola reborn. L’ispirazione e il nome del progetto derivano da un diario che l’artista teneva da bambina. Inizialmente impostato come una messa in scena di alcuni ricordi della sua infanzia, il progetto si è in seguito evoluto in un’esplorazione della complessità degli stereotipi sociali e delle convenzioni culturali che circondano e danno forma alle relazioni tra madre e figlio, contribuendo al contempo a immaginarne una rappresentazione idealizzata o artistica.

Still Lovers (2001-04) la serie di fotografie che ha dato visibilità internazionale a Elena Dorfman, è incentrata sulle persone che condividono la propria quotidianità domestica con realistiche bambole erotiche a grandezza naturale. Le sue fotografie si addentrano nei legami che si instaurano tra umani e donne sintetiche perfettamente riprodotte e obbligano l’osservatore a riconsiderare la propria visione di amore e riflettere sul valore di un oggetto in grado di sostituire un essere umano. L’intento dell’artista non è quello di enfatizzare la devianza rappresentata da questi surrogati sessuali, ma di svelarne il lato nascosto ritraendo l’intimità tra carne e silicone. Come sottolinea Elena Dorfman, “questo corpus di opere testimonia un modo di vivere inquietante e al tempo stesso commovente. Non intendo dare giudizi, ma piuttosto offrire ai protagonisti di questo mondo segreto la possibilità di condividere con me la loro quotidianità. Osservo scene di vita domestica e dinamiche familiari svolgersi all’interno delle loro case”.

galleria Vittorio Emanuele II

21 febbraio – 22 luglio
lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì: 14.00 – 20.00
sabato e domenica: 11.00 – 20.00
ingresso a pagamento